Prego coloro che, casualmente o volontariamente, transitano in questo blog di spendere alcuni minuti e partecipare ad un gioco.
Leggete le frasi seguenti e provate ad indovinare chi le ha scritte e in quale contesto*:
1. "[...] Ecco il peculiare, nelle rivolte di questi tempi di crisi: sono certo violente - come definire altrimenti una prigionia che esordisce con un cornetto ma non sai come finisce? - e però son presentate addirittura come zen. [...]";
2. "[...] La violenza è edulcorata, ordinaria: proprio così si fa epidemica. [...]";
3. "[...] Il nuovo ribelle esprime risentimento ma anche altre passioni. L’uomo in rivolta di Albert Camus lo descrive come qualcuno che in prima linea invoca riconoscimento: «Non difende solo un bene che non possiede e la cui privazione lo frustra. Chiede che sia riconosciuto qualcosa che possiede, e che per lui è più importante di quel che potrebbe invidiare»: il lavoro, uno statuto riconosciuto nella società. Quel che il ribelle moderno dimentica di Camus è il senso della misura che deve correggere il vitalismo ribellista. In Camus è scritto: «Per esser uomo, bisogna rifiutare di essere Dio»: una frase che suscitò l’ira di Sartre e Breton. Sartre ha oggi di nuovo seguaci, ma chi vede lontano resta pur sempre Camus. [...]". *
A questo punto possiamo parlare di libertà.....
2 commenti:
Sinceramente non ne ho idea e non mi sono informato su Google al momento per poi fingere di sapere :-)
Aiutino?
;)
Hai ragione, sono già stato sgridato da Giuseppe.....:(
L'aiutino c'è già (gli asterischi della parola "contesto") e porta all'articolo della scorsa domenica di Barbara Spinelli.
Chiedo (ancora....uff...) scusa.
;)
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