"Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo."
(Vladimir Ilič Ul'janov, Lenin, 1917)

17 agosto 2010

Mutazioni antropologiche, individuo e società. (di Maura)




Ormai ne siamo tutti consapevoli, la società occidentale di oggi, ci impone uno stile di vita oltre le nostre capacità, economiche e sociali.
Quello che a molti sfugge è l'inconsapevolezza della collettività.
Viviamo in un sistema che ci proietta in una dimensione individualistica, dove, appunto, l'individuo, come singolo, viene prelevato e portato agli altari della gloria, viviamo nella utopica speranza di essere "noi" il suddetto individuo. Questo inevitabilmente porta il pensiero e l'azione della collettività ad un piano nettamente inferiore, quasi inesistente, affiora solo in casi estremi e sempre, e solo, sotto il pieno controllo del mercato della produttività.
Ma cosa spinge un essere umano, nato per stare in comunità, in mezzo ai suoi simili, a trasformarsi in un essere egoisticamente asociale?
La risposta è ancora una volta la stessa, la società, dove l'essere umano non è più visto come tale, ma come intermediario per un fine economico.

Noi siamo il peso lordo, contribuiamo a far si che il netto lo percepiscano sempre gli stessi individui, gli unici eletti a sedere nel trono del potere. Lo stare in gruppo, avere un fine comune, che racchiuda il bene di tutti non viene lontanamente contemplato, perchè, sempre secondo la società, questo comporterebbe ad un crollo del singolo, e qui si ritorna al discorso iniziale, al famoso altare della gloria, poi, che in questo altare, in realtà nessuno riesca a salire poco importa, la speranza di poterlo fare ci costringe ad allontanarci l'uno dall'altro ed a perseguire fini diversi.
Allontanarsi dal pensiero individualistico e perseguire la strada del pensiero collettivo, non è facile, ma neanche molto ardua.
Il primo passo da fare è l'abbattimento del concetto di proprietà privata, il resto viene naturale.
Ma quante persone sono disposte a farlo?

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