"Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo."
(Vladimir Ilič Ul'janov, Lenin, 1917)

29 marzo 2009

Il comunismo e la Sinistra, fra Berlusconi e Houellebecq. (di Giuseppe)

Traggo dal sito Ansa le seguenti affermazioni di Vendola: "'Berlusconi e' un individuo geniale...E' una persona che ha veramente dei tratti strabilianti, un self made man che riesce a costruire un'intera epopea della vita culturale nazionale...E' un prototipo di uomo nuovo...che si e' saputo imporre sulla scena italiana".
Bisogna fare un passo indietro nel tempo e compiere una analisi dialettica.
Innanzitutto, il potere di Berlusconi è determinato dai sostegni politici ed economici di cui ha goduto e gode.
Ma, anche andando ad analizzare come si è determinato l'attuale contesto sociale che ne ha favorito il suo potere, si scoprono elementi certo non favorevoli ai sostenitori della "sinistra" (e alla recente visione "superomistica" che essi hanno di Berlusconi).
Nel periodo precedente il '68 e nel '68 si determinò una contrapposizione rigida, dove sostenitori di posizioni di "sinistra" si posero contro il movimento comunista accusandolo di essere dogmatico. Purtroppo, secondo alcuni, il '68 fu una "rivoluzione" ultraborghese, che ebbe l'effetto di "uccidere" simbolicamente la figura del "padre" e determinò il passaggio dalla società dei "bisogni" alla società dei "desideri".

Vi fu poi, almeno qui in Italia, il '77 degli "indiani metropolitani".
Dopodichè arrivarono i famigerati anni '80 dell'edonismo reaganiano e gli anni '90 del "disincanto" assoluto.
Tutto ciò ha determinato la diffusione di una visione nichilistica che ha provocato uno spostamento antropologico della società a "destra". Dunque si giunge ad un paradosso: il clima sociale che ha favorito Berlusconi, originato a partire dagli anni '80, è stato determinato da precedenti posizioni di "sinistra" che hanno creato le premesse per il suo successo.
Ora, insistere su queste posizioni di "sinistra", all'insegna della rinuncia temporanea o, peggio, permanente ad una lotta per l'emancipazione universale, significa continuare sulla strada che porta a una diffusione della visione nichilistica e ad uno spostamento antropologico a "destra", all'insegna del "non c'è più niente da fare, si salvi chi può".
Bisogna uscire da queste logiche nichilistiche, ricominciando a lottare per il comunismo!
Solo così si evita lo sbandamento a "destra", solo così si evita di cadere nel costringente settarismo schematico "sinistra"-"destra", che pone assurdamente come meno settario chi sta al "centro".
C'è chi ha osservato che è nell'interesse dei padroni contrapporre le masse popolari di "destra" e di "sinistra", usandole come guardie plebee.
Bisogna comprendere come mai molti lavoratori, pur non essendo giunti a detestare una visione comunista della società, siano politicamente collocati a "destra".
Una figura emblematica di queste posizioni, a prescindere dai giudizi che si possano dare alle sue opere, è Houellebecq, scrittore odiato dalla sinistra, il quale ebbe a dire di non sentirsi nè di "sinistra", nè di "destra", ma, dovendo scegliere, di preferire quest'ultima. Figlio di una madre libertina, a suo dire fu trascurato dalla madre di "sinistra" e di fatto adottato dalla nonna comunista. Mantenne stima per le posizioni comuniste ma non per quelle di sinistra.

2 commenti:

Carmelo M. ha detto...

non è raccapricciante?

Giuseppe ha detto...

Sì, è raccapricciante! Ritengo si debba tornare urgentemente ad analizzare e operare dialetticamente, evitando di restare imprigionati nell'ottica egemonica dell'ideologia liberale!