"Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo."
(Vladimir Ilič Ul'janov, Lenin, 1917)

22 gennaio 2009

Sul sionismo e sull'antisemitismo (2).

Seconda e ultima parte del paragrafo pubblicato martedì 20

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In terzo luogo, e quest'ultimo è il punto di gran lunga più importante, per capire l'enorme posta simbolica di quanto andiamo dicendo, bisogna comprendere la strategia ideologica, differenziata e flessibile, usata dall'impero ideocratico Usa per controllare il mondo. Questa strategia è nell'essenziale quadruplice perchè si dirige a quattro distinti complessi culturali di lunga durata (targets): nei confronti dell'America Latina e dell'Africa, zone di pigroni precapitalistici tradizionali, l'immagine del business come unica vera forma di vita accettabile e dell'imprenditore come unica figura umana degna di questo nome; nei confronti delle grandi civiltà asiatiche, familistiche, paternalistiche, organicistiche, comunitaristiche e gerarchiche, l'individualismo come cavallo di Troia per spezzare la consistenza identitaria di queste società; nei confronti del mondo arabo-musulmano, la liberazione dei costumi sessuali, il femminismo, la minigonna e le chiappe al vento come fattore di distruzione simbolica di quelle civiltà; nei confronti della vecchia Europa, infine, l'eternizzazione del complesso di colpa per avere non solo prodotto il totalitarismo (mostro bifronte fascista-comunista e soprattutto hitleriano-staliniano), ma per avere permesso l'abominio unico ed incomparabile di Auschwitz (definito incomparabile perchè in caso contrario a qualcuno potrebbe venire in mente di compararlo con Hiroshima, Dresda, l'espulsione di milioni di tedeschi da terre abitate da mille anni, eccetera).

L'analisi differenziata di queste quattro forme di targets ideologici non è possibile qui per ragioni di spazio. Resta l'ultimo target, e cioè l'Europa da poter asservire per sempre sulla base dell'eternizzazione del complesso di colpa per il peccato imparagonabile, massimo e principalissimo, e cioè il genocidio ebraico. Ma non è così. Ogni evento storico è per sua natura comparabile con un altro evento storico.
Termino questo imbarazzante tema con alcune osservazioni sul negazionismo e sull'antisemitismo in generale, anche se doverlo fare è già un sintomo di accettazione implicita di un atteggiamento difensivo, laddove si dovrà prima o poi passare ad un atteggiamento offensivo. Per quanto riguarda il negazionismo, si tratta di quella corrente storica che in genere minimizza sia la cifra dei sei milioni di ebrei morti sia l'eventuale esistenza o meno delle camere a gas di Auschwitz. Devo dire di non essere affatto un negazionista, e di non esserne neppure molto interessato, perchè la mia ostilità, disapprovazione, condanna retroattiva di Hitler, e del suo antisemitismo sterministico, è talmente netta, sicura e forte da essere del tutto indipendente dalla “conta” (pur necessaria) delle vittime. Vittime, ovviamente, meritevoli di omaggio, ricordo, pietà e memoria. La “conta dei morti” fra negazionisti ed antinegazionisti, ed il fatto che vi fosse o non vi fosse un ordine, scritto o informale, ma ammetto che per me non è di grande interesse, una volta che ho autonomamente stabilito nella mia coscienza che lo sterminismo di Hitler era malvagio ed inaccettabile. E' invece interessante, sul piano della storia delle ideologie e delle religioni , che oggi “bestemmiare” Dio non è più un reato, mentre “bestemmiare” l'Olocausto (termine religioso che Primo Levi disapprovava e non utilizzava) lo è. Se si cercasse un indizio per verificare l'esistenza di una nuova religione levitica per atei, che ha trasformato tutti gli ebrei in sacerdozio “morale” cui è demandata la funzione di amministrare e di coltivare il senso di colpa di un intero continente, ebbene, non dovrebbero esserci dubbi in proposito.
Terminiamo con il cosiddetto “antisemitismo”, che in realtà è un aggregato non omogeneo di diverse giudeofobie (Caligola e Hitler sono infatti del tutto non omogenei). Oggi l'antisemitismo si manifesta soprattutto come islamofobia, che è oggi a tutti gli effetti l'equivalente storico e sociologico del vecchio antisemitismo (anche perchè gli arabi sono semiti a tutti gli effetti). C'è oggi un pericoloso antisemitismo in Europa, nel senso di una giudeofobia montante? Direi di no. Ci sono certamente bande di disegnatori di svastiche sui muri, minacciatori telefonici maniaci, scoperchiatori sozzi ed abbietti di tombe, ma costoro sono solo disgustoso folklore politico di maniaci marginali. Vi è ovviamente una giudeofobia silenziosa montante, frutto della reazione alla giudeofilia ossessiva degli intellettuali politicamente corretti e della grottesca sovraesposizione mediatica dei cosiddetti “ebrei”. Vi è una (legittima) rabbia in (piccolissime) minoranze militanti per la funzione di guerra del sionismo nei confronti dei vicini (Iraq 2003, domani Iran, posdomani chissà!). Ma la giudeofobia, oggi, non ha più le vecchie basi sociali di massa del periodo storico 1870-1945. Essa è un riflesso indiretto, e socialmente poco rilevante, della giudeofilia degli intellettuali e del circo mediatico.
Esiste una cura per l'antisemitismo, anzi per tutti gli antisemitismi (islamofobico e giudeofobico)? Una cura definitiva non c'è per niente, ma penso che l'unica vera cura sia il rifiuto di una concezione complottistica della storia (il complotto ebraico per dominare il mondo), unito al rifiuto della concezione idolatrica ed assiro-babilonese per cui ci sarebbe un popolo “eletto” e “preferito” da Dio. La concezione complottistica e la concezione elettiva, benchè vengano spartite fra giudeofobi (la prima) e giudeofili (la seconda), sono entrambi fattori permanenti di antisemitismo.
Chi scrive si richiama alla grande tradizione razionalistica classica, quella di Aristotele, Spinoza, Kant, Hegel e Marx. Per me l'antisemitismo è una vera impossibilità teorica, perchè se dovessi adottarlo dovrei “scaricare” i cinque signori prima citati. E non sarà il sionismo razzista e colonialista e l'orchestra giudeofila politicamente corretta che riuscirà a farmi diventare antisemita. Mi sono vaccinato da piccolo con una doppia iniezione filosofica.»

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