"Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo."
(Vladimir Ilič Ul'janov, Lenin, 1917)

2 dicembre 2008

L'Unità dei comunisti è necessaria. (di Demcoamb)

E’ da giorni che mi arrovello su una questione politica, lo so non è una novità, nemmeno l’argomento è nuovo, anzi è sempre lo stesso, però quando ti rendi conto di come sia intricata una vicenda e soprattutto di quanti riflessi negativi possano discendere da una particolare situazione politica, allora inevitabilmente si riapre una ferita, così ti ritrovi ad interrogarti sulle cause e a cercare disperatamente una soluzione a questo stato di cose, tale soluzione è però difficile da trovare perché i traditori collaborazionisti hanno minato i ponti per un pugno di euro.
Non ho mai auspicato la creazione di un partito unico della sinistra, sono sempre stato per la differenziazione delle idee che a mio parere rappresentano una ricchezza per la democrazia e non ho mai desiderato una riunione di noi veri comunisti con i riformisti e con gli opportunisti, però, quando osservo la parcellizzazione dei compagni mi viene l’angoscia, non è concepibile che esistano almeno 10 partiti che si definiscono comunisti, non è possibile che esistano almeno 10 sindacati di base, è una situazione estremamente controproducente per la lotta ed è un forte disincentivo all’impegno dei compagni che si vogliono dedicare al cambiamento di questa società capitalistica.

La soluzione a questo tragico stato di cose sarebbe quello di portare avanti una riunione dei comunisti, partendo dal basso, in questa direzione il popolo dei bloggher si è mosso varie volte, ma senza ottenere dei risultati significativi, questi insuccessi sono dovuti all’inevitabile difficoltà di conseguire una “massa critica” di compagni intorno alla quale poter iniziare a coagulare il nostro popolo ma a mio parere la causa principale è legata alla giustificabile diffidenza tra compagni che gioca un ruolo essenziale e disgregante, del resto nel passato abbiamo visto troppi opportunisti e carrieristi, siamo stati troppe volte traditi dai partiti e dai politici in cui credevamo (io ad esempio ingenuamente mi fidavo di rifondazione e di Bertinotti) e allora che fare?
A mio parere bisogna avere il coraggio e la coerenza di criticare dall’interno della rispettiva formazione, chi continua a minare l’unità dei comunisti per difendere i propri interessi personali, ma principalmente bisogna essere capaci di stracciare le tessere e cambiare organizzazione, è necessario premiare i partiti e i sindacati coerenti che lavorano per difendere l’interesse dei lavoratori e l’unico modo per ottenere questo “sconvolgimento” è quello di muoversi in tutti i sensi, basta con la nostalgica difesa del proprio partito e/o sindacato, bisogna saper rinunciare alla propria cerchia di relazioni e/o piccole sicurezze in nome della costruzione di nuovi soggetti unitari coerentemente comunisti e moralmente integri.

Nessun commento: