"Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo."
(Vladimir Ilič Ul'janov, Lenin, 1917)

9 dicembre 2008

Il progresso (di Lurtz)

Dizionario Zingarelli:
«Progresso s.m. 1 Avanzamento, evoluzione di qualcosa verso il suo compimento; contrario Regresso. 2 Profitto, miglioramento. 3 Avanzamento, miglioramento nelle conoscenze, nelle relazioni sociali, nelle forme di vita. Etimologia Dal latino progressus, dal participio passato di progredi “progredire” (composizione di pro “davanti” e gradi “camminare”)».

Enciclopedia Garzanti di Filosofia:
«Progresso, termine che, quando non sia accompagnato da specificazione, si intende riferito alla storia universale del genere umano, e indica un processo di avanzamento continuo e unilaterale, in cui le acquisizioni si cumulano e concorrono al miglioramento, che si suppone illimitato, delle condizioni materiali e morali del genere umano».

Dopo queste precisazioni sul significato e sul concetto di progresso la domanda da porsi è: abitiamo una realtà del progresso?
Buttata lì, la risposta potrebbe essere: dipende da come vogliamo intenderlo.
Se consideriamo come “genere umano” una parte dell'intera popolazione umana del pianeta e la scremiamo finendo così a determinare, con pochi milioni di individui, la presunta totalità, allora sì, il progresso esiste, lo viviamo e ne usufruiamo.

Ma se invece consideriamo l'intera totalità degli esseri umani, allora dobbiamo dire che il “genere umano” non conosce il progresso ma piuttosto il regresso.
La tecnologia non è più a favore dell'Uomo, ma è subordinata al sistema capitalistico.
Non vi è dubbio che, rispetto alle precedenti forme economiche, l'avvento del capitalismo abbia permesso all'Uomo di raggiungere livelli di progresso tecnologico enormi, ma la natura stessa che questo modo produttivo esalta contraddice quel che si è appena affermato. Ovvero, se apparentemente il capitalismo nasce per emancipare l'Uomo medioevale, in realtà lo costringe con “catene” differenti.
Da questo punto di vista, paradossalmente, l'Uomo medioevale giustificava il suo stato con la sottomissione ad entità sovrannaturali, mentre l'Uomo moderno è di fatto sottomesso ad un suo simile, il quale si è impossessato delle risorse e del diritto di sfruttarle a proprio piacere.
Tendere al progresso significa, a questo punto, ricercare e determinare un sistema produttivo per, ma soprattutto, dell'Umanità.
Un sistema produttivo che permetta la reale emancipazione dell'Essere Umano.

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