"Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo."
(Vladimir Ilič Ul'janov, Lenin, 1917)

14 febbraio 2011

Riguardo a "Se non ora quando" (a cura di Lurtz)

Condividiamo la riflessione di Mochi Izquierda da Facebook



Ieri era domenica. Ma oggi è di nuovo lunedì e non è cambiato un cazzo.



Ieri io non ero in piazza con le donne. Non condivido le manifestazioni di "genere".
Le donne ieri, cosa volevano dimostrare, quale era il messaggio che doveva arrivare? Che non siamo le escort di Berlusconi? Che noi non siamo in vendita?
Io non mi sento offesa come donna, ma come cittadino. Io non mi indigno perchè Berlusconi mostra i suoi balletti osceni al mondo. Io mi indigno per questo clima di decadenza totale, che investe ogni valore sociale. Mi indigno perchè c'è chi ha il potere e pensa di poter fare tutto, perchè intoccabile.
 Preti che assolvono bestemmie e peccati, che danno la comunione solo perchè Berlusconi è il potere. E il potere non si contrasta. Come se anche Dio dovesse piegarsi di fronte al "sovrano".
 La legge che si cambia, che si aggira, perchè il potere non si giudica.
Le Forze dell'Ordine assoggettate, umiliate a prestarsi a ordini da dittatura sudamericana.
Una corte di pseudopoliticanti, giornalisti, attorucoli, opinionisti improvvisati, che si affannano a difendere, compiacere, che vendono il culo e la dignità pur di godere dell'odore del potere...
Quante sono le puttane, allora, in questa commedia grottesca?
Tante, e non solo donne.
Ma come al solito solo le donne fanno sensazione. E quindi mi dissocio dall'ennesimo episodio di sessismo.
Donne, vogliamo fare davvero casino? Allora iniziamo a non prestarci allo squallore degli spettacolini di streap maschili l'8 marzo, che non è la festa della donna, ma la commemorazione di una tragedia che ha avuto come vittime donne operaie.
Iniziamo a mirare l'obiettivo...in questi anni bui non solo la classe ha perso le sue conquiste, ma anche noi donne. Allora torniamo a parlarne, a rivendicare. Non un ruolo, che non deve essere. Io non sono nè puttana nè madonna, ma all'occorrenza entrambe. Io non voglio un ruolo. Io voglio una parità che è ancora lontana. Io voglio un diritto che ancora non c'è.


Io di fatto voglio che la società cambi, che il sistema sia rovesciato, che sia il popolo, donne e uomini, ad avere il potere. Io voglio la dittatura del proletariato. voglio che chi mettiamo al governo abbia paura del popolo e sia servo del suo giudizio.
Quindi, a maggior ragione, non tollero proteste senza bandiere come quella di ieri. Tutto questo fermento, se così si può definire, rimane fine a sè stesso se non gli si dà una connotazione politica. Non è che Di Pietro sia meglio di Berlusconi, o che Vendola ci aprirà la strada del socialismo. E' tutto il pacchetto che deve andare a gambe all'aria, e c'è ancora troppa massa che va dove soffia il vento.
Quando tutti, davvero , saremo pronti a sporcarci le mani, senza scrupoli o remore?
Lo vogliamo capire che finchè non usciamo dall'ottica borghese di questo sistema siamo solo strumenti in mano al burattinaio di turno? Non sono le scampagnate ad Arcore, o i pic- nic sotto Montecitorio, o i concerti di pentole e coperchi, a cambiare le cose. Tantomeno una domenica di sciarpe bianche. Meno che mai un corteo senza bandiere. Perchè di solito sono le bandiere rosse a rimetterci, a sparire, in nome di uno spirito democratico che non deve appartenerci.
Con questo non voglio dire che non sia positivo che tanto popolo si ritrovi a riempire le strade e le piazze. Ma lo stesso popolo, le donne, gli uomini, che sono pronti a manifestare con una sciarpa bianca al collo, dove saranno , quando davvero il gioco si farà duro?
Ci vuole la rabbia.

Mochi Izquierda

1 commento:

Simone ha detto...

Ragazzo, sei morto?!