"Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo."
(Vladimir Ilič Ul'janov, Lenin, 1917)

20 dicembre 2010

Piccoli, ma significativi, passi per una riforma del welfare (quando il crimine paga). [di Lurtz]

Il "socializzare le perdite, privatizzare i profitti" di leniniana memoria pare calzare a pennello con l'iniziativa di cui parliamo.
"Milioni di incentivi alle imprese per la sucirezza dei lavoratori", recita lo spot pubblicitario che occupava per intero l'ultima pagina della Stampa di qualche giorno fa. Incuriosito ho letto anche il resto del testo: "Vai su inail.it e scopri, entro il 12 gennaio, se la tua impresa può ottenerli. A partire da questa data avrai un mese per presentare la domanda, fino all'esaurimento dei fondi. Se il tuo progetto è adeguato riceverai un finanziamento a fondo perduto per coprire fino al 75% delle spese per nuovi macchinari, impianti, sistemi gestionali e corsi di formazione destinati alla riduzione dei rischi per i lavoratori. Perché solo un'azienda sicura può correre più veloce.
E far correre tutto il Paese".
Sorpresa?
Indignazione?
Disgusto?
No, niente di tutto questo è possibile.
Perché è questa la "società civile".
In Italia, stando alle statistiche arcinote, ogni giorno 7 persone (persone.....bipedi utensili, piuttosto) muoiono sul luogo dove si recano per lavorare. Più di 200 ogni mese. Più di 2500 ogni anno.
Cifre spaventose. Al punto che anche la parola "morte" appare insufficiente a descriverle.
E' una vera e propria strage! Un massacro. Un olocausto.
Si, un olocausto!
Sembra un'esagerazione, vero?
Allora (anche se l'immaginazione non riuscirà a dare una forma equivalente) immaginiamo di passeggiare lungo una via di una qualsiasi città. All'improvviso una fila di dieci palazzi, alti ognuno dieci piani, crolla. Rimangono macerie e corpi senza vita.
Chiediamo ad un passante cosa sia successo, e questo ci risponde: "E' la scadenza di un anno di lavoro, 2550 persone".
L'iniziativa Inail è, per me, inspiegabile.

Qualche giorno fa, finalmente, il giudice Guariniello ha determinato un precedente nei casi di morti sul lavoro: la condanna, per l'amministratore delegato della Thyssen Krupp, a 16 anni con l'accusa di omicidio volontario.
Ecco perché, partendo da qui, risulta inspiegabile l'iniziativa Inail.
Nel momento in cui si determina l'esigenza di migliorare, riparare e/o sostituire macchinari non perfettamente funzionanti o che comunque potrebbero recare danno fino, come abbiamo visto in moltissimi casi, alla morte a coloro che li usano, non si stabilisce anche una responsabilità?
Si, è evidente!
Ma qui sorge un problema.
Infatti, se ogni volta che un lavoratore (bipede utensile) muore il titolare dell'azienda venisse ritenuto colpevole di omicidio volontario, una consistente percentuale di aziende sarebbe costretta alla chiusura.
Così l'Inail, ossia un ente dello Stato, trova una soluzione: con il denaro che i contribuenti versano all'erario (anche quei contribuenti che hanno lavorato nelle aziende prima di schiattarci!) offre ad aziende private l'occasione di sostituire i vecchi macchinari tramite un finanziamento pari al 75% del costo complessivo a fondo perduto, meglio ancora che a "babbo morto".
La cosa mi pare tanto assurda da fare ancora riferimento alla capacità di immaginazione.
E mi chiedo: il cittadino s'indignerebbe se sapesse che lo Stato per limitare feriti e morti durante il corso di rapine, scippi e furti in genere, mettesse a disposizione dei birbaccioni un fondo di alcuni milioni di euro ricavati dalle tasse?
Questo è il sogno della società liberale.
Uno Stato in cui il denaro pubblico viene regalato all'impresa privata.
Quella stessa impresa privata i cui imprenditori evadono il fisco con percentuali scandalose, perché ritengono che le tasse siano un furto!
E così si chiude il cerchio. Con la vendita dei cadaveri dei bipedi utensili al mercato della necrofilia affinché, col ricavato, si paghino la propria sepoltura.

1 commento:

Simone ha detto...

E' una pazzia.
Ma nel mondo del mercato, in cui chi detiene il capitale regge il destino della politica, questa pazzia è normalità.
E la cosa assurda è che i soldi provenienti dalla fiscalità generale, usati per finanziare questi progetti, verranno pèiù dalle inevitabili trattenute in busta dei lavoratori dipendenti che dalle partite Iva.