"Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo."
(Vladimir Ilič Ul'janov, Lenin, 1917)

18 febbraio 2009

E' il postmoderno, baby. (di Lurtz)

Giunti a questo punto e dopo tutto quello che si è detto, un "nuovo" tabù riempie i nostri scaffali mentali: la questione del testamento biologico.
Ma prima di affrontarla è necessario sciogliere altri nodi.
Il governo, in primis, e poi l'intero parlamento, dopo aver dato dimostrazione della propria incapacità, ha messo da parte il tutto magari con l'intento di tirarlo fuori a ridosso delle prossime elezioni. E intanto le decine di situazioni simili rimangono in bilico.
Questa, se ce ne fosse stato il bisogno, è l'ennesima conferma che coloro che occupano gli scranni dell'emiciclo non svolgono una completa attività politica ma si occupano solo della parte amministrativa, hanno stabilito un "modus operandi" e si muovono al suo interno senza affatto occuparsi della "polis". Governare a "colpi di decreto" è, di fatto, non governare.
Nel caso specifico, che pare aver "scosso" le coscienze degli italiani (anche se è bene specificare che non è esattamente andata come televisioni e giornali hanno voluto descrivere perchè, benchè l'argomento fosse di estrema importanza, il Paese non si è "spaccato in due"), e che non approfondirò nell'ambito personale per rispetto dei diretti interessati, quel che è avvenuto è un ribaltamento delle posizioni dei contendenti rispetto ai differenti campi etici di provenienza. Ciò non deve stupire, ma piuttosto aiutare nella comprensione della realtà.

I contendenti sono: i fondamentalisti cattolici e i fondamentalisti laici.
I primi, questa volta inaspettatamente con fare spavaldo, rivelano quel che realmente la Chiesa rappresenta ossia la sovrastruttura religiosa del sistema economico capitalistico.
Nonostante qualche intellettuale si ostini ad affermare il contrario, l'esistenza della religione è legittima (tanto quanto quella della scienza e, se nutre dubbi, il noto "intellettuale" a cui  mi riferisco farebbe bene ad informarsi circa l'esistenza del postmodernismo) perciò la Chiesa non solo sfrutta il diritto alla sua esistenza ma utilizza con maestria quelle stesse affermazioni che ne determinerebbero la fine, ma proprio così facendo abbandona i vecchi principi adottandone di nuovi.
Paradossalmente, si potrebbe parlare di una Chiesa che opera con metodi progressisti (paradossalmente).
Questa nuova Chiesa, se da un lato attacca il relativismo dall'altro lo usa per meglio districarsi nel supportare il suo nuovo padrone che non è più Dio. E così accade che essa rilevi il pericolo di deviazioni verso l'eugenetica ma contemporaneamente difenda un presunto diritto alla vita anche se questa è dipendente da una macchina.
I secondi (i laici), di contro (?), si confermano sostenitori della filosofia del "due piedi in una sola scarpa". Infatti, se hanno a che fare con la legge si richiamano a Dio e viceversa.
Insomma, in questo scontro gli uni hanno difeso con vigore le posizioni degli altri.
Il risultato che ne consegue è che la Chiesa, richiamandosi ad un presunto "diritto alla vita", ha abbandonato la difesa del diritto divino (che per essa dovrebbe essere naturale...ops) di "consegnarsi" alla volontà del Padre Eterno.
E lo fa "utilizzando" la tecnica!

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