"Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo."
(Vladimir Ilič Ul'janov, Lenin, 1917)

27 dicembre 2008

"A proposito della guerra e della pace" (a cura di Lurtz)

A Natale dobbiamo essere più buoni, è per questo che (ad uso e consumo di quei Sinistri che se ne sono dimenticati) voglio proporre un breve pensiero di Mao Tse-Tung tratto da "Note su Stalin e il socialismo sovietico".
Chissà che rileggendolo, i "rivoluzionari da operetta" del XXI Secolo, (a patto che l'abbiano fatto una prima volta...) non si rendano conto delle fesserie che vanno dicendo sulla pace.

«A p. 408 si dice che in una società capitalistica "è inevitabile che si determini una crisi di sovrapproduzione, con aumento del numero dei disoccupati", il che significa che la guerra è in gestazione. I principi economici marxisti non possono perdere improvvisamente di validità. Come può la guerra essere eliminata definitivamente fino a quando esiste il sistema capitalistico?
Possiamo dire che oggi esiste la possibilità di eliminare per sempre la guerra e di utilizzare le risorse materiali e finanziarie del mondo al servizio di tutta l'umanità?

Accettare questa interpretazione vuol dire abbandonare il marxismo, l'analisi di classe, la differenza tra il dominio borghese e quello proletario. Come si può eliminare la guerra senza eliminare le classi? Lo scoppio di una guerra non dipende da noi. Anche se si arrivasse alla firma di un trattato che proibisse la guerra, continuerebbe a esserci la possibilità di un conflitto. Quando l'imperialismo vuole fare la guerra, nessun trattato ha valore. Altro problema è se venissero usate bombe atomiche o all'idrogeno una volta scoppiato il conflitto. Nonostante l'esistenza di armi chimiche, queste non vengono impiegate nelle guerre che si svolgono ancora con armi convenzionali. Anche se i due campi non sono in guerra, non vi è alcuna garanzia che non scoppi una guerra all'interno del mondo capitalistico. La guerra è possibile tra due potenze imperialistiche o tra borghesia e proletariato in un paese imperialistico. In effetti, la guerra divampa attualmente tra imperialismo da una parte e paesi coloniali e semicoloniali dall'altra. La guerra è uno strumento utilizzato nei conflitti di classe. Solo con la guerra si possono eliminare le classi e solo eliminando le classi si può eliminare per sempre la guerra. Senza la guerra rivoluzionaria non si possono eliminare le classi. Noi crediamo che non sia possibile bandire la guerra e le armi senza eliminare le classi. Nella storia umana delle società di classe, tutte le classi e tutti i paesi hanno cercato di occupare una posizione di forza. Si tratta di una tendenza inevitabile della storia. L'esercito è la manifestazione concreta della potenza di una classe. Naturalmente non ci auguriamo di essere implicati in una guerra; noi aspiriamo alla pace. Ci impegnamo con forza affinchè sia bandita la guerra atomica e lottiamo per la firma di un patto di non aggressione tra le due parti. Noi per primi abbiamo proposto di lottare per ottenere dieci o venti anni di pace. Se questa proposta avrà successo, sarà assai vantaggiosa all'intero campo socialista e alla costruzione del socialismo in Cina.
A p.409, il Manuale afferma che l'Unione sovietica non è più accerchiata. Questa affermazione rischia di addormentare la gente. Certo, la situazione è molto cambiata da quando esisteva un solo Stato socialista. A ovest dell'Unione sovietica, vi sono i paesi socialisti dell'Europa orientale. A est, paesi socialisti come la Cina, la Corea e il Vietnam. Ma i missili teleguidati non hanno occhi; possono raggiungere obiettivi lontani migliaia di chilometri, anche più di diecimila chilometri. Numerose basi militari americane sono disseminate attorno a tutta l'area socialista. La capacità offensiva di queste basi è indirizzata verso l'Unione sovietica e gli altri paesi socialisti.
Si può affermare, in queste condizioni che l'Unione sovietica non è accerchiata oggi da missili teleguidati?»
(Mao Tse-Tung: "Note su Stalin e il socialismo sovietico", nota 22, pagg. 58-59-60. Laterza, Roma-Bari 1975)

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