"Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo."
(Vladimir Ilič Ul'janov, Lenin, 1917)

29 ottobre 2015

"Verità", "bufale" e "complottismi". (di G. Di Meo)

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Ci sarebbe da riflettere, e molto, sulla divisione imposta dalla sinistra imperiale, secondo la quale tutte le voci ufficiali diffuse da USA e occidente corrisponderebbero a "verità" e ogni dubbio su di esse corrisponderebbe a "bufala" e a "complottismo". Speculare a essa, ovviamente, è la visione di una certa destra che affibbia l'etichetta di mondialisti, massoni, illuminati e sionisti a tutti coloro che non credono ai rettiliani. Sarebbe da discutere la posizione della sinistra imperiale secondo la quale chiunque metta in dubbio l'ideologia acritica e non dialettica del progresso, contestando l'assioma basato sulle equazioni "progresso uguale capitalismo uguale democrazia uguale occidentalismo (soprattutto statunitense)", è un reazionario e quindi di destra. Così come sarebbe da criticare la destra reazionaria che basa le sue visioni su un'ideologia acritica e non dialettica della "tradizione", dell'organicismo, della differenza (oggi "sposata" dalla sinistra!) e dell'"età dell'oro". Ci sarebbe da discutere, e molto, su metanarrazioni teleologiche, visioni lineari, circolari, a spirale, a spirale ondulata o casuali della storia. Ci sarebbe da dibattere, e molto, sulle "fini della storia" e sulle connessioni fra la metafisica dell'"origine" e la metafisica del "fine". Sarebbe da discutere l'ideologia di sinistra che vede il nazifascismo non come un "male enorme", ma come un "male assoluto", bagatellizzando così gli orrori dell'imperialismo occidentale. Così come sarebbe da contestare l'ideologia di destra che non solo vuole riabilitare il nazifascismo, ma addirittura lo vuole presentare come "ottimo modello" politico "socialista" e, al di là dei suoi orrori, senza peraltro neanche prendere definitivamente le distanze dal capitalismo, rimanendo ancorata a quel mercantilismo piccolo-borghese da cui è scaturito il capitalismo e le cui dinamiche non possono che riproporre sviluppi capitalistici (il che è ovvio, essendo il nazifascismo funzionale al capitalismo). Sarebbe da discutere l'ideologia della sinistra imperiale secondo cui chi pone in dubbio la dicotomia sinistra-destra sarebbe di destra. Così come sarebbe da contestare la visione di destra che pretende di parlare a nome di una visione comune interclassista e de-ideologizzata (quest'ultima è una pecca anche della sinistra). Sarebbe da porre in dubbio la visione (presente sia a sinistra sia a destra) della cattiva metafisica della crescita (basata sull'intensificazione dello sfruttamento della forza-lavoro, dell'incremento dei profitti e degli sprechi delle risorse di volta in volta disponibili), così come sarebbe da discutere la visione (presente sia a sinistra sia a destra) della maliziosa decrescita con cui si determina il peggioramento del tenore di vita delle masse lavoratrici, proletarie e popolari, la compressione del costo della forza-lavoro e il taglio dei servizi sociali (che sono in realtà salario sociale). Il discorso sarebbe lunghissimo. Detto questo, al momento mi accontento di osservare ciò: secondo me, dietro all'attuale questione degli alimenti, si celano due pericolose intenzioni. La prima è quella dell'attacco imperialista statunitense all'Europa (esplicitamente dichiarato dall'ambasciatore USA in Francia), volto a fare accettare all'UE i diktat sul TTIP e sugli OGM statunitensi. La seconda è quella volta a facilitare l'abbattimento del costo della forza-lavoro inducendo le masse lavoratrici, proletarie e popolari a sostentarsi ingurgitando i "papponi" made in USA (che determinano bassi costi di produzione e alti margini di profitto), così come già avviene oltreoceano.
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