"Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo."
(Vladimir Ilič Ul'janov, Lenin, 1917)

10 dicembre 2011

Il Consiglio Europeo, il "golpe renano" e la falsa informazione (di M.Foroni)

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La prima pagina del numero odierno di Repubblica questa mattina sottotitolava: "Nuovo Trattato UE". Nulla di più lontano dalla realtà. Proviamo a fare un po' di chiarezza.
In questi giorni si è riunito il Consiglio Europeo, Istituzione recente dell'Unione Europea, formalizzata con il Trattato di Maastricht nel 1992 e definito nella struttura e nelle funzioni dal Trattato di Lisbona del 2007. Istituzione intergovernativa, composta dai Capi di Stato o di Governo dei 27 paesi aderenti all'Unione, ha la funzione di assicurare lo sviluppo e la coesione generale delle attività della UE e dei lavori relativi alla cooperazione politica. Quindi, sotto un profilo squisitamente di rilevanza politica il Consiglio Europeo, collocandosi al vertice della struttura istituzionale dell'Unione, fornisce (come genericamente definisce l'art. 15 del TUE) a quest'ultima gli impulsi necessari al suo sviluppo definendo gli orientamenti e le priorità politiche generali, attuate poi dalle altre Istituzioni preposte (Consiglio, Commissione, Parlamento). Pertanto, tutti gli atti emanati dal Consiglio Europeo non hanno natura legislativa e, conseguentemente, alcuna efficacia giuridica. Ma possono contenere, come nel caso di cui scriviamo, solo direttive od orientamenti rivolti alla Commissione o al Consiglio diretti a promuovere quelle iniziative formali che solo loro possono attuare.
In più.
La scorsa notte si è tentato di forzare, da parte dell'asse "renano" la realizzazione di un accordo tra gli Stati membri che dal punto di vista delle competenze previste rappresenta pur sempre una possibilità da ammettersi con la massima prudenza (che in ogni caso deve sempre manifestarsi in forma implicita e semplificata) e ciò perché, vista la natura essenzialmente politica del ruolo del Consiglio stesso, di regola non può riconoscersi nelle posizioni dei partecipanti una volontà di obbligare giuridicamente i propri Stati sul piano del diritto internazionale.
E' da aggiungere inoltre che in tema di materie economiche il Consiglio Europeo ha un ruolo marginale, potendo solo dibattere su conclusioni e adottando una raccomandazione in merito agli indirizzi "di massima" (art. 121 TUE) per le politiche economiche degli Stati membri dell'Unione. Orientamenti generali, linee strategiche.
E' evidente il tentativo di dare per inevitabili i provvedimenti di massima concordati ( e nemmeno alla unanimità) che non hanno alcuna valenza giuridica, e ciò dovuto anche al ruolo particolarmente attivo (e al limite delle competenze previste dal Trattato di Lisbona) del primo Presidente del Consiglio Europeo, Hernan Van Rompuy, ex primo ministro belga cattolico conservatore, assiduo frequentatore delle riunioni del gruppo Bilderberg. Un attivismo che mira a determinare la continua erosione di tutte le altre Istituzioni euorpee politicamente subordinate, mediante desioni verticistiche.
Riscontrato ancora una volta il pauroso, pericoloso e purtroppo reale deficit di democrazia dell'Unione, le cui Istituzioni sono ostaggio di ideologi del pensiero unico neoliberista concentrati in un attacco senza precedenti alle Costituzioni democratiche dei Paesi membri, ciò che ora è doveroso auspicare sono sia un intervento dell'unica Istituzione "democratica" della UE, il Parlamento, che però purtroppo ha dei poteri limitatissimi di controllo politico, sia una presa di coscienza e di conoscenza da parte delle opinioni pubbliche e dei cittadini europei. Ora tocca a noi.
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