"Non siamo pacifisti. Siamo avversari della guerra imperialista per la spartizione del bottino fra i capitalisti, ma abbiamo sempre affermato che sarebbe assurdo che il proletariato rivoluzionario ripudiasse le guerre rivoluzionarie che possono essere necessarie nell'interesse del socialismo."
(Vladimir Ilič Ul'janov, Lenin, 1917)

30 gennaio 2009

Thank's Mr. Hussein...maybe...

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E' finalmente iniziata la grande campagna riformatrice del neo presidente (statunitense, rendo nota la nazionalità differentemente dalla maggior parte dei media perchè checchè se ne pensi non è ancora il "nostro" presidente bensì solo il "loro"!) Barack Hussein Obama.
Al grido di "Basta disparità!", il senato americano ha approvato la legge per l'uguaglianza dei salari tra uomini e donne.
Negli Stati Uniti, a parità di incarico, lo stipendio delle donne è inferiore a quello dei colleghi maschi di circa il 22%, insomma una vergognosa differenza. Meno alta ma ugualmente vergognosa la differenza che vige in Italia, il 16%.
Ecco nonostante le buone intenzioni, siamo però ben lontani dal poter parlare di uguaglianza.

Perchè se è vero che la disparità tra uomini e donne verrà in questo modo colmata è altrettanto vero che un altro tipo di disparità non viene nemmeno presa in considerazione. Infatti in quella fascia di 22% in meno rientrano anche i lavoratori immigrati, in questo caso senza discriminazioni sessuali!
Se volessimo pensar male potremmo dire che le riforme negli Usa sono a esclusivo favore della middle class, dato che nella stragrande maggioranza dei casi la working class è costituita da neri, ispanici o comunque immigrati.
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26 gennaio 2009

Memoria storica

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Alle volte i comunisti tornano utili.
Prendiamo ad esempio l'evento storico che ricorderemo domani.
Non tutti sanno, infatti, che il "Giorno della Memoria" si riferisce al 27 gennaio del 1945.
Il 27 gennaio del 1945 i soldati sovietici dell'Armata Rossa entravano nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e liberavano i superstiti del più atroce orrore che l'umanità aveva subito fino ad allora:  lo sterminio di milioni di esseri umani  di religione ebraica, di ideologia comunista, di etnia rom per mano del regime nazista-hitleriano.
Non sono di religione ebraica ma non importa, non è necessario essere ebrei per ricordarsi di "ricordare per non dimenticare" e per lottare affinchè tali bestialità non ricompaiano.






 Alle volte capita però di avere una cattiva memoria e di ricordare alcuni eventi in modo diverso.
Queste foto si riferiscono al gennaio 2008.....






.....e al gennaio 2009.



Auspicare la fine dello sterminio dell'uomo per mano di altri uomini è possibile?

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22 gennaio 2009

Sul sionismo e sull'antisemitismo (2).

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Seconda e ultima parte del paragrafo pubblicato martedì 20

« (...)
In terzo luogo, e quest'ultimo è il punto di gran lunga più importante, per capire l'enorme posta simbolica di quanto andiamo dicendo, bisogna comprendere la strategia ideologica, differenziata e flessibile, usata dall'impero ideocratico Usa per controllare il mondo. Questa strategia è nell'essenziale quadruplice perchè si dirige a quattro distinti complessi culturali di lunga durata (targets): nei confronti dell'America Latina e dell'Africa, zone di pigroni precapitalistici tradizionali, l'immagine del business come unica vera forma di vita accettabile e dell'imprenditore come unica figura umana degna di questo nome; nei confronti delle grandi civiltà asiatiche, familistiche, paternalistiche, organicistiche, comunitaristiche e gerarchiche, l'individualismo come cavallo di Troia per spezzare la consistenza identitaria di queste società; nei confronti del mondo arabo-musulmano, la liberazione dei costumi sessuali, il femminismo, la minigonna e le chiappe al vento come fattore di distruzione simbolica di quelle civiltà; nei confronti della vecchia Europa, infine, l'eternizzazione del complesso di colpa per avere non solo prodotto il totalitarismo (mostro bifronte fascista-comunista e soprattutto hitleriano-staliniano), ma per avere permesso l'abominio unico ed incomparabile di Auschwitz (definito incomparabile perchè in caso contrario a qualcuno potrebbe venire in mente di compararlo con Hiroshima, Dresda, l'espulsione di milioni di tedeschi da terre abitate da mille anni, eccetera).

L'analisi differenziata di queste quattro forme di targets ideologici non è possibile qui per ragioni di spazio. Resta l'ultimo target, e cioè l'Europa da poter asservire per sempre sulla base dell'eternizzazione del complesso di colpa per il peccato imparagonabile, massimo e principalissimo, e cioè il genocidio ebraico. Ma non è così. Ogni evento storico è per sua natura comparabile con un altro evento storico.
Termino questo imbarazzante tema con alcune osservazioni sul negazionismo e sull'antisemitismo in generale, anche se doverlo fare è già un sintomo di accettazione implicita di un atteggiamento difensivo, laddove si dovrà prima o poi passare ad un atteggiamento offensivo. Per quanto riguarda il negazionismo, si tratta di quella corrente storica che in genere minimizza sia la cifra dei sei milioni di ebrei morti sia l'eventuale esistenza o meno delle camere a gas di Auschwitz. Devo dire di non essere affatto un negazionista, e di non esserne neppure molto interessato, perchè la mia ostilità, disapprovazione, condanna retroattiva di Hitler, e del suo antisemitismo sterministico, è talmente netta, sicura e forte da essere del tutto indipendente dalla “conta” (pur necessaria) delle vittime. Vittime, ovviamente, meritevoli di omaggio, ricordo, pietà e memoria. La “conta dei morti” fra negazionisti ed antinegazionisti, ed il fatto che vi fosse o non vi fosse un ordine, scritto o informale, ma ammetto che per me non è di grande interesse, una volta che ho autonomamente stabilito nella mia coscienza che lo sterminismo di Hitler era malvagio ed inaccettabile. E' invece interessante, sul piano della storia delle ideologie e delle religioni , che oggi “bestemmiare” Dio non è più un reato, mentre “bestemmiare” l'Olocausto (termine religioso che Primo Levi disapprovava e non utilizzava) lo è. Se si cercasse un indizio per verificare l'esistenza di una nuova religione levitica per atei, che ha trasformato tutti gli ebrei in sacerdozio “morale” cui è demandata la funzione di amministrare e di coltivare il senso di colpa di un intero continente, ebbene, non dovrebbero esserci dubbi in proposito.
Terminiamo con il cosiddetto “antisemitismo”, che in realtà è un aggregato non omogeneo di diverse giudeofobie (Caligola e Hitler sono infatti del tutto non omogenei). Oggi l'antisemitismo si manifesta soprattutto come islamofobia, che è oggi a tutti gli effetti l'equivalente storico e sociologico del vecchio antisemitismo (anche perchè gli arabi sono semiti a tutti gli effetti). C'è oggi un pericoloso antisemitismo in Europa, nel senso di una giudeofobia montante? Direi di no. Ci sono certamente bande di disegnatori di svastiche sui muri, minacciatori telefonici maniaci, scoperchiatori sozzi ed abbietti di tombe, ma costoro sono solo disgustoso folklore politico di maniaci marginali. Vi è ovviamente una giudeofobia silenziosa montante, frutto della reazione alla giudeofilia ossessiva degli intellettuali politicamente corretti e della grottesca sovraesposizione mediatica dei cosiddetti “ebrei”. Vi è una (legittima) rabbia in (piccolissime) minoranze militanti per la funzione di guerra del sionismo nei confronti dei vicini (Iraq 2003, domani Iran, posdomani chissà!). Ma la giudeofobia, oggi, non ha più le vecchie basi sociali di massa del periodo storico 1870-1945. Essa è un riflesso indiretto, e socialmente poco rilevante, della giudeofilia degli intellettuali e del circo mediatico.
Esiste una cura per l'antisemitismo, anzi per tutti gli antisemitismi (islamofobico e giudeofobico)? Una cura definitiva non c'è per niente, ma penso che l'unica vera cura sia il rifiuto di una concezione complottistica della storia (il complotto ebraico per dominare il mondo), unito al rifiuto della concezione idolatrica ed assiro-babilonese per cui ci sarebbe un popolo “eletto” e “preferito” da Dio. La concezione complottistica e la concezione elettiva, benchè vengano spartite fra giudeofobi (la prima) e giudeofili (la seconda), sono entrambi fattori permanenti di antisemitismo.
Chi scrive si richiama alla grande tradizione razionalistica classica, quella di Aristotele, Spinoza, Kant, Hegel e Marx. Per me l'antisemitismo è una vera impossibilità teorica, perchè se dovessi adottarlo dovrei “scaricare” i cinque signori prima citati. E non sarà il sionismo razzista e colonialista e l'orchestra giudeofila politicamente corretta che riuscirà a farmi diventare antisemita. Mi sono vaccinato da piccolo con una doppia iniezione filosofica.»
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21 gennaio 2009

Se i palestinesi si difendono sono dei terroristi! (di Demcoamb)

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Sessantuno anni fa, nel 1948, quando i "filistei" erano solo la metà di quelli di oggi, sullo stesso territorio, e Al Fatah, e Hamas, erano ancora di là da venire, Ben Gurion diceva allo Stato Maggiore Generale: "Dobbiamo usare il terrore, l'assassinio, l'intimidazione, la confisca dei beni, il taglio di tutti i servizi sociali per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba".
Non c'erano colpevoli o innocenti da distinguere.
E' accaduto sistematicamente in questi anni, adesso sta accadendo di nuovo, sotto i nostri occhi. Ma noi abbiamo perduto le parole per descriverlo.
Le parole più chiare le disse invece Sharon di fronte al parlamento di Tel Aviv il 4 marzo 2002, ma nessuno sembra ricordarsele: "I palestinesi devono soffrire ancora molto di più, fino a che si rendano conto che non otterranno niente con il terrorismo. Se non si rendono conto di essere stati vinti noi non potremo tornare al tavolo del negoziato".
Qui non si parla di Hamas, si dice "palestinesi".
I "palestinesi" hanno votato Hamas proprio perché Israele ha spiegato loro, in questi sessantuno anni, che per altra via non possono ottenere nulla.
La disinformazione asimmetrica a cui i mass-media ci hanno abituato segue essenzialmente le seguenti linee guida:

• In Medio Oriente sono sempre gli arabi che attaccano per primi, ed è sempre Israele che si difende. Questa difesa si chiama "rappresaglia"

• Né gli arabi, né i palestinesi, né i libanesi hanno il diritto di uccidere civili. Ciò si chiama "terrorismo"

• Israele ha il diritto di uccidere civili. Ciò si chiama "legittima difesa"

• Quando Israele uccide civili in massa, le potenze occidentali chiedono che lo faccia con moderazione. Ciò si chiama "reazione della comunità internazionale"

• Né i palestinesi né i libanesi hanno il diritto di catturare soldati israeliani in istallazioni militari con sentinelle e trincee. Ciò va chiamato "sequestro di persone indifese"

• Israele ha il diritto di sequestrare a qualsiasi ora e in qualsiasi luogo un certo numero di palestinesi e libanesi, se gli aggrada. La cifra attuale gravita intorno ai 10 mila, 300 dei quali sono bambini e 1.000 donne. Non risulta nessuna prova di colpevolezza. Israele ha il diritto di trattenere i suoi prigionieri indefinitamente, anche qualora fossero autorità democraticamente elette dai palestinesi. Ciò va definito "incarceramento di terroristi"

• Quando si menziona la parola "Hezbollah", è obbligatorio aggiungere nella stessa frase "appoggiati e finanziati da Siria e Iran"

• Quando si menziona "Israele", è categoricamente proibito aggiungere "appoggiati e finanziati dagli Stati Uniti". Ciò potrebbe dare l'impressione che il conflitto sia diseguale e che l'esistenza di Israele non corra nessun pericolo

• Quando si parla di Israele, bisogna sempre evitare che appaiano le seguenti locuzioni: "Territori occupati", "Risoluzioni dell'ONU", "Violazioni dei Diritti Umani" e "Convenzione di Ginevra"

• I palestinesi, come d'altronde i libanesi, sono sempre "vigliacchi" che si nascondono tra una popolazione civile che "non li vuole". Se dormono in casa con le loro famiglie, la cosa ha un nome: "vigliaccheria".
Israele ha il diritto di radere al suolo con bombe e missili i quartieri dove dormono. Ciò si definisce "azione chirurgica di alta precisione".

La banda di Churchill si nascose in mezzo alla popolazione di Londra, usando milioni di cittadini come scudi umani. I tedeschi furono costretti a mandare la loro Luftwaffe e a malincuore ridurre la città in rovina.
Questa è la descrizione che apparirebbe oggi nei libri di storia, se i tedeschi avessero vinto la guerra.
Gli israeliani parlano meglio l'inglese, il francese, lo spagnolo o il portoghese degli arabi.
Per questo meritano di essere intervistati con maggiore frequenza e avere più opportunità degli arabi per spiegare al grande pubblico le precedenti regole di redazione. Ciò si definisce "neutralità giornalistica".
Tutte le persone che non sono d'accordo con le suddette regole sono, è evidente, "terroristi antisemiti ad alta pericolosità".

«Ma se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti, devono semplicemente smettere di comportarsi come i nazisti» (Norman G. Finkelstein, intellettuale ebreo i cui genitori furono vittime dell’Olocausto).

«Alla fine degli Anni Cinquanta, quel grande pettegolo e storico dilettante che era John F. Kennedy mi disse che nel 1948 Harry Truman, proprio quando si presentò candidato alle elezioni presidenziali, era stato praticamente abbandonato da tutti. Fu allora che un sionista americano andò a trovarlo sul treno elettorale e gli consegnò una valigetta con due milioni di dollari in contanti.
Ecco perché gli Stati Uniti riconobbero immediatamente lo Stato d’Israele» (Gore Vidal, prefazione del libro “Storia ebraica e giudaismo: il peso di tre millenni” di Israel Shahak).
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20 gennaio 2009

Sul sionismo e sull'antisemitismo.

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Ancora uno stralcio tratto da: “Critica dell'ideologia contemporanea” di Costanzo Preve, pubblicato su “Comunismo e Comunità
(oggi la prima parte, giovedì 22 la seconda e ultima).

Paragrafo 17

«Esiste oggi una seconda teologia, altrettanto ripugnante della precedente, ed è la teologia dell'unicità metafisica del genocidio ebraico, evento metastorico imparagonabile con qualunque altro evento storico.
Nella formulazione di Elena Loewenthal, sacerdotessa italiana dell'olocausto, essa si esprime così: «l'Olocausto sfugge drasticamente ad ogni fenomenologia della storia, divina e umana» (cfr. "La Stampa", 19 gennaio 2008).
Cerchiamo di riflettere bene su questa formulazione, perchè in essa c'è la chiave per comprendere la trasformazione di un evento storico in un evento religioso. E la trasformazione di eventi storici in eventi religiosi (crocefissione di Gesù, rivelazioni a Mosè, Maometto, Buddha, eccetera) è la chiave iniziatica per comprendere la genesi storica e concettuale di tutte le religioni, rivelate o non-rivelate, monoteistiche o politeistiche, con clero formalizzato o con clero informale, con celibato obbligatorio o senza, eccetera.

Il punto è delicatissimo, ed è bene sia evitare le provocazioni, sia resistere alla paura della diffamazione. Data l'estrema delicatezza di questo argomento, ed il terrore che tutti hanno di essere fraintesi e calunniati come antisemiti o come negazionisti, è assai difficile che si parta col piede giusto. Cercherò invece di farlo nel modo più pacato possibile.
In primo luogo, è del tutto evidente in base a qualunque ricostruzione storica onesta, che il sionismo politico (da non confondere ovviamente nè con la religione ebraica, nè con la cultura ebraica, nè con la tradizione identitaria del popolo ebraico) è stato ed è tuttora un fenomeno illegittimo di occupazione coloniale e razzista di una terra già occupata, ed occupata da una stragrande maggioranza musulmana insieme a minoranze ebraiche e cristiane (arabi, armeni, eccetera).
La Dichiarazione di Balfour del 1917 fu un crimine politico, perchè prometteva una terra a gruppi di coloni sionisti privi di qualsiasi legittimità storica.
Tutta la storia del sionismo, sia prima che dopo il 1948 ed il 1967, è una storia di occupazione coloniale illegittima.
Per questa ragione, dal momento che il sionismo era del tutto privo di qualunque legittimità filosofico-politica razionale, l'introduzione del genocidio ebraico 1941-1945 come fattore simbolico per la legittimazione posteriore del sionismo e per l'espulsione genocida del popolo palestinese dalla sua terra è diventato un fatto ormai accettato dalla stragrande maggioranza dei gruppi intellettuali europei, anche perchè chi obietta viene accusato di antisemitismo, e pochi se la sentono di sfidare la canea mediatica e la pressione soffocante degli ambienti sociali in cui si vive.
In secondo luogo, fino al triennio 1989-91 nessuno si sarebbe mai sognato di definire antisemiti i critici del sionismo (da non confondere con i critici sionisti dei cosiddetti eccessi repressivi dei governi israeliani). Si dava scontato che vi fosse una distinzione di principio fra sionismo ed ebraismo, e non ci fosse coincidenza fra i due termini. Ma dopo la dissoluzione del mai tanto rimpianto katechori, il benemerito comunismo storico novecentesco realmente esistito come forza geopolitica riequilibratrice, si sono rotte le dighe ideologiche prima esistenti, e si è imposto un profilo demenziale e criminale che ha posto una serie di equazioni che poi il circo mediatico ha provveduto a saturare: antisemitismo = antisionismo = antiamericanismo = complicità con il terrorismo = rifiuto della modernità in quanto tale.
Chi accetta questo modello è già morto, anche se sembra che cammini ancora.»
(...Segue)
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15 gennaio 2009

Memorandum

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Tratto da "Critica dell'ideologia contemporanea", Costanzo Preve, paragrafo 8:
«Le classi salariate, operaie e proletarie, sono rimaste non solo senza una vera rappresentanza politica (la funzione sindacale, assistenziale e pauperistico-solidale non è in alcun modo una rappresentanza politica nel senso storico del termine), ma anche senza alcuna rappresentanza culturale. La sostituzione da marketing elettorale di vaghi arcobaleni pacifistico-ecologistici alla vecchia falce e martello, che almeno esprimeva la rivendicazione del riconoscimento (in senso hegeliano) del lavoro manuale subalterno, è solo la pagliaccesca ed oscena icona mediatica di una sconfitta storica, e non è un caso che in Italia oggi sia rappresentata da quel vero e proprio pagliaccio mediatico presenzialista chiamato Fausto Bertinotti. Per il momento nessuno se ne accorge, perchè tipico dell'«ultimo uomo» nicciano e il non essere dotato degli strumenti concettuali minimi per rendersi conto della propria miseria». Read more...

14 gennaio 2009

I pacifisti e i volontari occidentali di Gaza schedati in rete per essere uccisi!

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Post condiviso dal blog "XXI Secolo", di Ninograg



Non ne ero a conoscenza ma se c'è anche un minimo di verità c'è da inorridire letteralmente!!
L'operazione "piombo fuso" di Tsahal mira a distruggere Hamas nel radere al suolo Gaza (e in fretta per giunta visto che il 20 di questo mese Obama s'insedierà alla Casa Bianca americana e da lui i liberal e i democratici americani si aspettano che riesca a mettere un freno all'aggressività israeliana) con la giustificazione dell'autodifesa (diritto che ha qualunque stato democratico o meno che sia) sta letteralmente distruggendo tutto e senza riguardi per la popolazione civile (1000 morti e i feriti non si contano più ormai, genocidio è forse una parola grossa ma crimine di guerra reiterato mi pare appropriato) contro la stessa Hamas (organizzazione che, in passato, e in funzione anti OLP, era finanziata dagli occidentali e, pare, anche dagli israeliani oltre che dagli islamici) usando anche il famigerato fosforo bianco (già usato a falluja in iraq dagli americani): c'è un ma però così non la si annienta anzi la si rafforza perchè ad oggi in ogni singola famiglia palestinese di Gaza c'è almeno un simpatizzante di questa organizzazione, ma soprattutto l'islamismo radicale sta avendo la migliore pubblicità possibile proprio da questa operazione e c'è il rischio che, se anche si riesce a distruggere Hamas ucciddendo tutti e distruggendo tutto, a Gaza sbuchi fuori Al Qaeda che certo non sono belle anime o pacifisti della prima ora ma hanno messo in seria difficoltà gli invasori (pardon gli esportatori di democrazia) euro-americani in Iraq insieme alle altrettanto pericolose milizie sciite e che hanno dimostrato come la guerra non porti mai a "soluzioni finali" ma innesca spirali che il più delle volte si ritorcono contro chi le ha innescate!!

Un'altro esempio è l'Afghanistan; lì le tribù non si sono mai piegate a nessun invasore (e non solo in tempi recenti, basta chiedere agli inglesi che tentarono di invaderlo ma furono sonoramente sconfitti al Kyber pass) e, in questo solco, anche ora resistono: i taliban (creature della CIA ai tempi dell'invasione sovietica) hanno ormai il controllo di buona parte del paese (lì la guerra la stiamo realmente perdendo ma siamo da questo punto di vista solo buoni ultimi) e stanno dimostrando ancora una volta che non servono le armi contro i mostri che si sono creati ma la diplomazia e l'ascolto.
Detto ciò ho trovato sul sito La mia notizia un post a firma di Doriana Goracci dove si segnalava un sito, che incita all'uccisione di cittadini che, in nome della solidarietà, prestano la loro opera per aiutare i civili e non per altro, Stoptheism che definire criminale è solo usare un'eufemismo "democratico", sul quale c'erano foto di persone, e loro luoghi di iniziative seguite a Gaza, aderenti al Movimento di solidarietà internazionale con l'invito ad eliminarli: SI ELIMINARLI, UCCIDERLI, FARLI FUORI, TOGLIERLI DALLA FACCIA DEL MONDO!!
Che hanno commesso?
Sono attivisti, pacifisti, operatori umanitari, che prestano la loro attività all'interno della striscia di Gaza e denunciano le malefatte commesse dall'esercito israeliano in questa scriteriata guerra è questo forse il crimine?
Il male liberato dalla guerra all'islam sta dando i suoi frutti purtroppo e questo sito ne è solo la più criminale dimostrazione.
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10 gennaio 2009

Leggi razziali

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Con qualche mese di ritardo rispetto al triste e vergognoso Settantesimo anniversario, la Lega tenta di far approvare una versione "moderna" delle Leggi Razziali.
Si, perchè di razzismo si deve parlare in questo caso!
Proporre per gli immigrati extracomunitari una tassa di 50 euro per ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno o l'obbligo ad una fidejussione di 10000 euro per aprire una partita Iva non mi sembra un passo positivo al fine dell'integrazione e, sinceramente, non lo trovo molto diverso dal divieto di matrimonio con sudditi delle colonie che le Leggi del 1938 imponevano.
Chissà cosa ne pensano gli immigrati nord americani, del resto sono anch'essi extracomunitari.

Oppure questa proposta è riservata a chi arriva da Paesi africani o di religione islamica?
E chissà cosa ne pensano quegli imprenditori Settentrione che magari votano Lega Nord e, magari, sfruttano la mano d'opera, a bassissimo costo, degli immigrati.
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